Il PRP, o gel piastrinico, è sostanzialmente un centrifugato del nostro sangue che contiene una elevata concentrazione di piastrine, per questo anche definito anche concentrato piastrinico. Le proprietà di questo prodotto vengono dal fatto che esso contiene elevate concentrazioni di fattori di crescita, cioè molecole che hanno la capacità di stimolare la proliferazione e la differenziazione delle cellule responsabili dei processi di guarigione.
Il PRP fu sviluppato inizialmente negli anni ’70. I recenti progressi tecnologici lo hanno reso sempre più disponibile, tanto da poter essere utilizzato non soltanto in ambiente ospedaliero ma anche a livello ambulatoriale.
L’uso del PRP è stato reso popolare anche dal fatto che molti atleti famosi (per esempio Tiger Woods o Rafael Nadal) sono stati trattati per vari problemi, dalle distorsioni di ginocchio alle lesioni tendinee. Problemi precedentemente curati con farmaci, fisioterapia o interventi chirurgici, sono stati efficecemente affrontati con l’utilizzo del PRP. Alcuni atleti hanno reso famoso il PRP perchè sono stati in grado di tornare più velocemente alle competizioni sportive.
Sebbene la terapia con PRP sembri promettente in molte aree, non è appropriata in tutti i casi in cui se ne fa comunemente uso. Per un utilizzo più coscienzioso è opportuno che medico e paziente siano informati di tutte le variabili che possono influenzarne l’efficacia, come la preparazione del prodotto e la risposta riparativa da parte del paziente.
Come funziona il PRP?
Il preciso funzionamento del PRP a livello microscopico non è ancora chiaro in tutte le sue sfaccettature, tuttavia studi di laboratorio hanno mostrato l’aumento dei fattori di crescita e l’accelerato processo riparativo nei siti in cui viene collocato.
Per accelerare la guarigione, il sito della lesione viene trattato con il PRP in due modi:
- Il PRP può essere iniettato direttamente nella zona della lesione. Per esempio nelle tendiniti achillee, una condizione vista frequentemente nei podisti e nei giocatori di tennis, il tendine d’Achille può infiammarsi ed essere dolente. Un misto di PRP ed anestetico locale può essere iniettata direttamente nel tessuto infiammato. Il dolore localmente può anche diventare più intenso per una o due settimane dopo e ci possono volere parecchie settimane prima di riscontrare un effettivo beneficio.
- Il PRP può essere usato per migliorare la guarigione di alcune lesioni trattate chirurgicamente. Per esempio, un atleta con una lesione completa del tendine che deve essere riparata chirurgicamente può essere trattato con l’utilizzo aggiuntivo del PRP. In questo caso il PRP deve essere preparato in una modalità particolare che permette di ‘appiccicarlo’ alle pareti del tendine durante l’intervento chirurgico.

Quali condizioni possono essere trattate con il PRP? È davvero efficace?
Recenti studi scientifici hanno mostrato che il PRP è efficace nel trattamento delle tendiniti croniche, in particolare al gomito (cosiddetta epicondilite o gomito del tennista).
L’uso del PRP si è dimostrato promettente per le tendinite del tendine d’Achille e del tendine rotuleo.
Molta della pubblicità che il PRP ha ricevuto deriva dal suo utilizzo per le lesioni acute di tendini, legamenti e muscoli di alcuni sportivi. Le lesioni riguardavano i muscoli della coscia o lesioni legamentose del ginocchio. Tuttavia per queste situazioni che il PRP possa effettivamente accelerare il processo di guarigione è una cosa che attende ancora una validazione scientifica.
Più recentemente il PRP è stato usato per favorire la guarigione di alcuni tessuti che sono stati riparati con un intervento chirurgico. Per esempio è stato utilizzato per accelerare la guarigione di una riparazione della cuffia dei rotatori della spalla o del legamento crociato anteriore del ginocchio. I risultati però non sono stati quelli attesi, non mostrando un effettivo vantaggio.
Una delle applicazioni che ha suscitato più interesse è l’uso del PRP per i problemi cartilaginei e per l’artrosi del ginocchio, in particolare in concomitanza con interventi artroscopici mirati al miglioramento del tessuti cartilagineo (microfratture, condroplastica). I risultati sembrano promettenti, ma vi sono ancora pochi studi clinici che ne dimostrano l’efficacia.
Il PRP è stato usato anche per accelerare il processo di guarigione delle fratture, anche se ancora non vi sono dati sufficienti che ne consigliano l’uso. Risultati più promettenti sono quelli relativi al trattamento di fratture non guarite (dette pseudo-artrosi), ma anche in questo campo la ricerca è tuttora molto aperta.
Le possibili applicazioni sono innumerevoli, tanto che il PRP è comunemente usato anche in medicina estetica e in una serie di procedure che vengono raggruppate sotto l’etichetta di ‘medicina rigenerativa’.
In attesa che studi più ampi possano fornirci dati attendibili sui risultati a breve e a lungo termine differenziati per patologia, l’impiego clinico del PRP andrebbe limitato (per lo meno in campo ortopedico) alle patologie sopra esposte.