L’artrosi dell’anca, tutto quello che c’è da sapere.

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L’artrosi dell’anca, tutto quello che c’è da sapere.

Anche definita nel gergo medico come ‘coxartrosi‘, l’artrosi dell’anca è una condizione clinica che interessa una larga fetta della popolazione di mezza età e di età avanzata. L’artrosi in generale colpisce circa il 10% della popolazione (1 persona su 10!) e può colpire tutte le articolazioni del corpo umano, anche se le articolazioni più colpite sono quelle sottoposte alle sollecitazioni maggiori e in particolare quelle che lavorano maggiormente sotto carico, come il ginocchio e l’anca.

L’artrosi dell’anca causa dolore e rigidità. Essa può rendere difficoltosa anche gesti molto semplici, come allacciarsi le scarpe o alzarsi da una sedia o fare una piccola passeggiata.

Poichè l’artrosi tende a peggiorare con il tempo, prima si interviene con stili di vita adeguati e più se ne limita l’impatto sulle attività della vita quotidiana. Sebbene non esista una cura risolutiva per l’artrosi, ci sono molte opzioni terapeutiche che aiutano a limitarne i sintomi e a mantenere un buon livello di attività.

Anatomia

L’anca è una delle più grandi articolazioni del corpo umano. Essa è essenzialmente formata da una parte sferica che corrisponde alla testa del femore e da una parte concava che corrisponde a quella zona del bacino chiamata acetabolo.

 

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Le superficie di queste due parti anatomiche è rivestita da cartilagine, un tessuto liscio e scivoloso che le protegge e ne permette il movimento reciproco riducendone notevolmente l’attrito.

L’intera articolazione è avvolta da un sottile tessuto chiamato membrana sinoviale. Nell’anca sana la membrana sinoviale produce una piccola quantità di liquido (chiamato liquido sinoviale) che lubrifica la cartilagine a aiuta il movimento.

Descrizione

L’artrosi è un tipo di artrite (cioè di infiammazione articolare) degenerativa, che occorre maggiormente dopo i 50 anni di età, anche se può interessare soggetti più giovani.

 

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Illusatrazione di un’anca normale e di un’anca artrosica

Nell’anca artrosica, la cartilagine va incontro a una progressiva usura nel tempo. Man mano che la cartilagine si usura essa diventa più ruvida e friabile. In tal modo diminuisce anche la sua capacità protettiva nei confronti dei capi articolari e la sua efficienza nel ridurre gli attriti articolari. Nel tempo l’osso cerca di reagire aumentando la sua superficie periferica e formando delle escrescenze ossee chiamate ‘osteofiti’.

Questo è un processo lento che interviene in un arco di tempo di anni o di decenni. I sintomi possono avere un andamento altalenante nel breve-medio termine, ma mediamente tendono a peggiorare nel tempo.

Cause

L’artrosi primitiva non ha una singola specifica causa, ma ci sono alcuni fattori che rendono il suo manifestarsi più probabile:

  • Età
  • Storia familiare di artrosi
  • Obesità

L’artrosi può manifestarsi a distanza di tempo a seguito di vere e proprie patologie dell’anca come la displasia congenita dell’anca, lesioni traumatiche, necrosi della testa del femore. In questo caso si parla di artrosi secondaria.

E’ bene sottolineare che nel singolo soggetto un’anca può diventare artrosica, anche se nessuna delle condizioni qui elencate sussiste.

Sintomi

I sintomi più comuni dell’artrosi dell’anca è il dolore localizzato. Abitualmente, il dolore si sviluppa lentamente e peggiora nel tempo, talvolta vi può essere anche un insorgenza improvvisa. Il dolore e la rigidità possono essere peggiori al mattino appena svegli, dopo un periodo prolungato nella posizione seduta o dopo aver riposato per un lungo tempo. Nel tempo i sintomi tendono a essere più frequenti e a manifestarsi anche a riposo e durante la notte. Sintomi aggiuntivi possono comprendere:

  • Dolore all’inguine o alla coscia che si irradia al gluteo o al ginocchio
  • Dolore che si intensifica violentemente in caso di attività vigorosa
  • Rigidità dell’anca che rende difficile camminare o piegarsi
  • Sensazione di ‘blocco’ dell’articolazione e rumori dell’articolazione a tipo scroscio durante il movimento (causato da frammenti di cartilagine o di altri tessuti che interferiscono con i movimenti reciproci dei capi articolari
  • Diminuzione dell’escursione articolare tale da impedire una deambulazione normale e causare zoppìa

Visita medica

Durante la visita il colloquio con lo specialista si focalizza maggiormente sul tipo di sintomi e sulla storia medica. Quindi si passa all’esame clinico vero e proprio e alla visualizzazione, qualora già presenti, degli esami strumentali.

Esame clinico

Durante l’esame clinico in caso di sospetta artrosi dell’anca lo specialista pone particolare attenzione ad alcuni elementi che comprendono:

  • Gonfiore intorno all’articolazione dell’anca
  • Arco di movimento nelle varie direzioni dello spazio, sia attivo che passivo
  • Presenza o meno di crepitii durante il movimento dell’anca
  • Ricerca dei punti dolorosi alla palpazione
  • Esame della deambulazione
  • Segni di lesioni o alterazioni delle strutture anatomiche che circondano l’anca come muscoli, legamenti e tendini

Esami strumentali

Radiografie. Le semplici radiografie forniscono quasi tutte le informazioni necessarie per un corretto percorso diagnostico-terapeutico in caso di artrosi dell’anca. I segni classici dell’artrosi comprendono una certa riduzione dello spazio visibile radiograficamente tra i capi dell’articolazione, la presenza di osteofiti e la presenza di alcune piccole caratteristiche cisti create dall’artrosi che si chiamano ‘geodi’.

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Esempi radiografici di un’anca normale e di un’anca artrosica

Altri esami. Occasionalmente lo specialista può richiedere un esame di secondo livello conme la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata (chiamata comunemente TAC) nel caso in cui si giudica di dover meglio investigare rispettivamente i tessuti molli o la componente ossea.

Trattamento

Sebbene per l’artrosi non ci siano cure risolutive, ci sono numerose opzioni terapeutiche che possono aiutare a contenere il dolore e a migliorare la mobilità.

Trattamento non chirurgico

Come per altre condizioni artrosiche, nel gli stadi iniziali di artrosi dell’anca il trattamento è non chirurgico. Il medico può consigliare vari tipi di trattamento.

Modifiche nello stile di vita. Alcuni cambiamenti nelle proprie attività giornaliere possono proteggere l’anca e rallentare il progredire dell’artrosi, come per esempio:

  • minimizzare quelle attività che scatenano il dolore, come per esempio salire le scale
  • passare da un’attività fisica ad elevato impatto (come la corsa o il tennis) a una a basso impatto (come il nuoto o la bicicletta)
  • Perdere peso in caso di sovrappeso o obesità

Terapia fisica. Alcuni specifici esercizi possono aiutare ad aumentare l’arco di movimento e la flessibilità dell’anca, altri possono rinforzare la muscolatura dell’anca e dell’arto inferiore interessato. Il medico o il terapista possono assegnare un programma di esercizi individualizzato.

Ausili esterni. Nei casi più avanzati utilizzare una stampella o un bastone può migliorare il grado di indipendenza. Usare una pinza da presa lunga può aiutare per raggiungere oggetti posti in basso o a terra e limitare quei movimenti che possono scatenare il dolore.

Farmaci. La terapia farmacologica è fondamentale per il trattamento del dolore e il raggiungimento di una qualità di vita a un livello accettabile:

  • Il paracetamolo è il farmaco più semplice utilizzato a questo scopo. E’ un farmaco da banco che può essere acquistato senza prescrizione medica. Tuttavia bisogna ricordare che come tutti i farmaci può avere effetti indesiderati e può interagire con altri farmaci. In caso di uso prolungato bisogna sempre discuterne l’utilizzo con il proprio medico di fiducia.
  • I farmaci antiinfiammatori non steroidei possono alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione. Alcuni sono da banco (come l’ibuprofene e il naprossene) altri sono disponibili sono dietro prescrizione medica.
  • I farmaci oppioidi oggi sono sempre più utilizzati nella terapia del dolore in generale, e quindi anche nel dolore di origine articolare. Sono preziosi alleati nel combattere il dolore generato dall’artrosi. Il loro recente successo deriva dal fatto che, se presi con adeguati criteri, nel lungo periodo risultano  meno dannosi di molti altri farmaci assunti per lo stesso motivo (compreso i classici antiinfiammatori). Anch’essi possono essere gravati da effetti indesiderati e naturalmente vanno assunti sotto controllo medico.
  • I cortisonici sono potenti antiinfiammatori che possono essere presi per bocca. Possono essere presi solo dietro prescrizione medica. Sono potenti antiinfiammatori che possono risultare utili in casi particolari. Un uso prolungato è gravato da notevoli effetti indesiderati e per questo motivo non sono molto usati nella cura dell’artrosi primitiva.

Terapia infiltrativa. Grazie all’utilizzo dell’ecografia è possibile iniettare all’interno dell’articolazione dell’anca delle sostanze terapeutiche:

  • Cortisonici. Solitamente iniettati in combinazione con anestetici locali, hanno un ottimo potere antinfiammatorio e possono alleviare i sintomi in un tempo molto breve. Tuttavia recenti studi hanno messo in evidenza possibili effetti dannosi sulla cartilagine articolare se utilizzati con una certa frequenza, pertanto il loro utilizzo ha subito una certa riduzione negli anni.
  • Acido ialuronico. E’ una sostanza oleosa che può essere iniettata nell’articolazione allo scopo di migliorare le proprietà meccaniche del liquido intrarticolare riducendo gli attriti a cui è sottoposta l’articolazione durante il movimenti. Inoltre l’acido ialuronico ha effetti benefici sulla ‘salute’ della cartilagine in senso biologico, rallentandone il processo di usura.
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Infiltrazione ecoguidata dell’anca

Trattamento chirurgico

Quando l’artrosi è in fase avanzata i trattamenti non chirurgici possono rivelarsi insufficienti. In questi casi è possibile ricorrere alla chirurgia.

Osteotomia. Sia il femore che il bacino possono essere riorientati per una migliore distribuzione dei carichi. Tuttavia queste procedure vengono usate solo raramente per la cura dell’artrosi dell’anca.

Protesi totale dell’anca. E’ sicuramente l’intervento maggiormente eseguito e consiste  nel rimuovere la testa del femore e la superficie articolare dell’acetabolo e sostituirla con materiali artificiali fatti di leghe metalliche, ceramica e/o polietilene. Ha un’altissima percentuale di successo (96-98%) e consente di ripristinare la funzione articolare ed eliminare il dolore.

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Modellino di anca protesizzata

Come ogni intervento chirurgico anch’essa può essere gravato da complicanze che andrebbero discusse con lo specialista prima della programmazione dell’intervento.

Come per ogni tipo di chirurgia, dopo un’intervento all’anca bisogna affrontare un adeguato periodo di convalescenza. Il tempo di recupero, modi e tempi di riabilitazione dipendono dal tipo di chirurgia eseguita.

In caso di artroprotesi viene generalmente eseguito un programma di esercizi di rinforzo muscolare e di ripristino della mobilità. Spesso è necessario l’uso di stampelle o ausili similare per un certo periodo postoperatorio.

Nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico risolve il dolore dell’artrosi e rende possibile un livello di attività pressochè normale.

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